SARANNO FAMOSI?

prima o poi scriverò qualcosa...più poi che prima...

18 maggio, 2007

Siamo tutti uguali...o no?

Tutto cominciò quando Costantino (non quello di Troppo Belli!!!) conferì alla Chiesa il diritto di ereditare i beni dei fedeli, donandole varie proprietà e attribuendo al clero privilegi e poteri. Il tutto, naturalmente, come succede oggi, non per fede ma per convenienza politica (mi viene in mente anche un certo Giuramento di Bush). Forse per questo la Chiesa Ortodossa venera Costantino come un santo, sebbene si fosse macchiato dell'assassinio della moglie, del primogenito e del nipote. Basandosi poi sulla fantomatica Donazione di Costantino, del 324 (in realtà un documento falso dell'VIII secolo, denunciato e smascherato più volte, invano fino ad alcuni anni dopo il 1517), la Chiesa ha ripetutamente rivendicato diritti inesistenti di ogni genere. Così il papato continuò ad accumulare possedimenti. La spartizione dei ruoli tra papa ed imperatore fu poi sancita dal Concordato di Worms (...però..."dei Vermi"....non sta male...) del 1122. In seguito la Chiesa stipulò numerosi concordati con i potenti della terra: ad esempio, nel 1801 con Napoleone in Francia, nel 1855 con Francesco Giuseppe in Austria, nel 1929 con Benito Mussolini in Italia, nel 1933 con Adolf Hitler in Germania, nel 1940 con Francisco Franco in Spagna. Da tutta questa bella gente la Chiesa ha ottenuto diritti e favori, in cambio di un sostegno più o meno tacito ai loro regimi. I Patti Lateranensi del 1929, per esempio, fruttarono alla Chiesa un Trattato, una Convenzione finanziaria ed un Concordato. Il Trattato riconobbe la sovranità della Santa Sede e l'indipendenza dello Stato della Città del Vaticano, e la Convenzione elargì una ricompensa per i "danni ingenti" subiti doo la conquista di Roma nel 1870 da parte dello Stato italiano. Già una legge del 1871 le garantiva, tra le altre cose, una donazione annuale di 3.225.000 lire dell'epoca (una decina di milioni di euro di oggi). Ma veniamo ad oggi. Agli insegnanti di religione lo Stato richiede un certificato di idoneità da parte dell'ordinario diocesano, ma non la laurea: ciò nonostante, il governo Berlusconi ha creato nel 2003 un organico di 15.507 posti che li immette in massa in ruolo e permette loro un successivo passaggio ad altre cattedre: 9222 sono stati assunti nel 2005 e 3077 nel 2006, mentre gli altri precari della scuola (regolarmente laureati) attendono da anni l'assunzione a tempo indeterminato. Il finanziamento "volontario" dell'8 per mille fornisce alla Chiesa un gruzzolo di ben 1 miliardo di euro all'anno, il 46% del quale è destinato ad "esigenze di culto" (ovvero?!), il 34% al sostentamento del clero mentre solo il 20% ad opere caritatevoli (proprio come fanno vedere nelle pubblicità!!!). Tra l'altro, il meccanismo del finanziamento e furbescamente truffaldino, come si sa. Al miliardo di euro va poi aggiunta ogni anno una cifra dello stesso ordine di grandezza sborsata dal solo Stato (senza contare regioni, province e comuni) nei modi più svariati: finanziamenti alle scuole cattoliche, fornitura di servizi alla Città del Vaticano, buoni scuola per gli studenti delle scuole cattoliche, fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani e loro familiari, ristrutturazione di edifici religiosi, finanziamento agli oratori... e la lista continua. 1,5 miliardi sono destinati alla sanità, gestita in gran parte da istituzioni cattoliche. Si giunge così a 3 miliardi di euro. Ma non è finita, perchè a questo vanno naturalmente aggiunte le mancate entrate per lo Stato dovute a esenzioni fiscali di ogni genere alla Chiesa, valutate attorno ai 6 miliardi di euro. Gli enti ecclesiastici posseggono infatti circa 90.000 immobili, adibiti agli scopi più vari, il cui valore ammonta ad almeno 30 miliardi di euro. Tuttavia essi sono esenti da imposte sui fabbricati, sui terreni, sul reddito delle persone giuridiche, sulle compravendite e sull'IVA. Si giunge in questo modo alla cifra di 9 miliardi di euro, cifra che corrisponde al 45% della manovra economica per la Finanziaria 2006, che è stata di 20 miliardi: senza la Chiesa, o senza i suoi privilegi, lo Stato potrebbe dimezzare le tasse a tutti i suoi cittadini! Come se non bastasse, alle esenzioni fiscali statali si aggiungono anche quelle comunali: ad esempio gli enti ecclesiastici non pagano l'ICI perchè si autocertificano come "non commerciali". L'8 marzo del 2004 la Cassazione ha però stabilito che un centro di assistenza per bambini ed anziani gestito dalle suore del Sacro Cuore di l'Aquila non poteva essere esentato dall'imposta in quanto aveva fatto pagare rette regolari ai suoi ospiti: le suore dovevano quindi al Comune 70.000 euro di arretrati. I governi Berlusconi e Prodi sono subito corsi ai ripari, approvando infine un provvedimento definitivo che garantisce l'esenzione dall'ICI agli enti "non esclusivamente commerciali". Ovvero a tutte le imprese commerciali che siano dotate di una cappella... che aspettate a farvene una?! In tal modo i comuni italiani perdono ogni anno un gettito valutato attorno a i 2 miliardi e 250 milioni di euro. La Santa Sede possiede infatti un enorme patrimonio immobiliare anche fuori della Città del Vaticano. E' naturalmente ironico che a possedere un tale tesoro, che si può globalmente valutare ad alcune centinaia di miliardi di euro, e a non pagarci sopra neppure le tasse, siano proprio coloro che dicono di ispirarsi agli insegnamenti di qualcuno che predicava: "Beati i poveri" e "Date a Cesare quel che è di Cesare".

In parte scopiazzato ed in parte riassunto da Odifreddi "Perchè non possiamo essere Cristiani (e meno che mai Cattolici)"

10 maggio, 2007

Teatro n°4

Qualche giorno fa a teatro:

-Franz: "Irene, vai tu a fare da spalla, dalle corda ed immedesimati"

Ok, devo diventare una sciùra milanese... non so... la Pina per esempio...io-sono-la-sciùra-Pina-io-sono-la-sciùra-Pina-io-sono-la-sciù... già, peccato che non sappia il Milanese. Poco male, non lo sa nemmeno la ragazza a cui devo fare da spalla.

-Franz: "Non preoccupatevi per il dialetto, fate come vi viene che funziona lo stesso"

Va bene, ci proviamo...più passa il tempo, più ci sciogliamo e più prorompono termini ed espressioni improbabili, improponibili persino.
Dal "pubblico" si levano sogghigni sommessi, risate trattenute a stento, finchè Mauro, Milanese nel sangue, sussurra al vicino "
... sembra Brasiliano!" ed a qual punto crollano tutti in una risata senza fine.
Che storia! Ok chef, se mai andremo in Brasile sta' tranquillo che sono già troooppo avanti ;-)!

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02 maggio, 2007

Ritorno in quel di Segrate


Eccomi tornata da Comacchio, da un po' a dir la verità: la latenza tra il mio rientro e questo post è dovuta ad una doverosa fase di decompressione. Tirando le somme di quest'avventura, è stata indiscutibilmente una gran bella esperienza e reputo che mi abbia insegnato molto: mi ha dato l'occasione di apprendere nuove ingegnose tecniche di campo, di lavorare immersa nella natura, tra la sua armniosa amenità, la sua ferocia, i suoi miracoli, i suoi orrori; ho imparato che se non voglio ammalarmi non mi ammalo e che se una cosa "bisogna" farla, la si fa, qualsiasi ostacolo si opponga alla sua realizzazione; ho le idee più chiare su cosa voglio fare "domani", anche se ho ancora bisogno di qualche conferma; ho capito che non sono fatta per stare lontano, anche se questo lontano significa fenicotteri, tramonti sulla laguna, adorabili pulcini, profumo di libertà e pace dei sensi (senza tralasciare la pasta con i granchi, il fritto misto ed i crescioni!)...visti con solo due occhi perdono almeno la metà del loro incanto. Ci sono stati momenti difficili, fisicamente impegnativi, associati ad una convivenza non sempre serena. Sono però stata fortunata ad aver sentito vicine molte persone care, che mi hanno dato prova del loro affetto facendosi sentire spesso: è stato importante per me. Ma soprattutto, ho sperimentato quanto sia vero che la distanza sia come il vento per il fuoco.
Non scorderò mai tutto quello che hai fatto.

PS.
Tra le altre foto ce ne sono un paio del mio laboratorio di campo...quale sarà?! ;-)